Amendola Air Base – 28 novembre 2018

L’appuntamento è alle 10:00 al cancello della Base. Sto seguendo il meteo da ormai 10 giorni e, per oggi, non promette niente bene: vento con punte di 25-30 nodi e cielo coperto. In effetti, al mio arrivo il vento c’è, bello forte e gelido, ma le nuvole non sono compatte e qualche sprazzo di cielo azzurro si intravede fra di esse. 
Puntuali, alle 10:00, arrivano gli uomini dell’Aeronautica Militare che ci accompagneranno durante la giornata. Comincia la distribuzione dei pass e veniamo informati del programma. Entriamo con le auto e le parcheggiamo poco oltre l’ingresso per poi essere raccolti da un paio di pullman (siamo circa un ottantina di spotter accreditati) che ci accompagnano al circolo sottufficiali.

Amendola è una Base enorme. I suoi 1050 ettari di superficie la rendono la più grande dell’Aeronautica Militare e il 2° aeroporto militare più grande d’Europa, dopo quello di Ramstein, in Germania. Attualmente ospita 2 Gruppi volo: il 13° Gruppo dotato di Lockheed Martin F 35A Lightning II e il 28° Gruppo APR dotato di aeromobili MQ9-A (Predator “B”) e MQ1-C (Predator “A+”). Questa dotazione fa del 32° Stormo il più moderno di tutta la Forza Armata. Dallo Stormo di Amendola dipende anche il 61° Gruppo APR, attualmente basato sulla Base di Sigonella, in Sicilia, anche lui dotato di  MQ1-C (Predator “A+”). Inoltre risiede sulla Base anche la 632ª Squadriglia Collegamenti, dotata di varie versioni dell’Aermacchi MB 339, al fine di consentire ai piloti di velivoli APR un adeguato livello addestrativo anche su aeromobili a pilotaggio tradizionale. L’aeroporto è stato interessato negli ultimi anni da numerosi lavori che lo hanno decisamente trasformato dai tempi in cui, sullo stesso, volavano decine di AMX e, prima ancora, G 91T.
Sono stati costruiti i ricoveri per i Predator e, soprattutto, è stata costruita la cittadella per l’F 35. Tutte queste infrastrutture hanno letteralmente sconvolto il paesaggio e, da subito, danno l’impressione di trovarsi in un posto modernissimo e di assoluta avanguardia, e non può essere diversamente visti gli aeromobili che popolano il sedime.

Per tornare alla nostra giornata, dopo una breve sosta al circolo, veniamo accompagnati alla sala riunioni dove veniamo istruiti sulle questioni relative alla sicurezza e quelle relative alle particolarità dei luoghi e degli aeromobili con cui potremo avere a che fare. E’ naturale che, visto il particolarmente elevato livello tecnologico degli aeromobili e delle infrastrutture di Amendola, gli uomini dell’AM siano particolarmente attenti alle informazioni e alle fotografie che escono e quindi le raccomandazioni in tal senso sono particolarmente curate.
Veniamo quindi re-imbarcati sui pullman e torniamo al circolo sottufficiali per consumare il pranzo e, verso le 13:00, accompagnati alle auto per prelevare le attrezzature fotografiche.
Finalmente si comincia. Purtroppo il meteo ha subito una decisa involuzione: il vento è peggiorato e il cielo si è definitivamente coperto. Fare foto sarà molto difficile.
Arriviamo sul luogo riservato alle riprese: ci troviamo su un raccordo che taglia la pista a 2/3 della lunghezza dalla soglia 29. La transenna che segna il nostro limite di avanzamento si trova a circa 150 metri di distanza dalla pista: speriamo che gli aerei, in decollo, si tengano bassi.
La luce, pur essendo nel primo pomeriggio, è veramente poca e il vento gelido ci sferza alla grande. Cominciamo a essere dubbiosi sul lancio della wave e la presenza tranquilla del Gulfstream G 550 CAEW (normalmente il primo a partire e l’ultimo a rientrare) non fa che alimentare i nostri dubbi. Poco dopo le 14:00 la brutta notizia: causa condimeteo pessime sulla zona di operazioni voleranno sole le forze “Red” e quindi sono previsti solo una decina di decolli, fra i quali nessun F 35. La delusione è forte ma il sibilo che comincia a farsi sentire dai P&W F 100 degli F 15C parcheggiati di fronte a noi ci rincuora. Gli ISO delle fotocamere vengono alzati per poter tenere i tempi più bassi possibile ma la luce è veramente poca. Nel frattempo atterra un C 130 del 15° Wing dell’Aeronautica belga in una favolosa colorazione Special per festeggiare i 70 anni di esistenza dello Stormo e i 45 anni di servizio dell’Hercules: una vera chicca. Vediamo gli Eagle americani che rullano sul lato opposto della pista per portarsi al punto attesa e, finalmente, parte la giostra. I tempi fra un decollo e l’altro sono molto brevi: in pochi minuti salgono in cielo 4 F 15C dell’USAF, 2 F 16 Olandesi, 2 M 346 Master e 2 EF 2000 Typhoon Italiani e 1 F 16 belga. 11 aerei in totale a cui aggiungere il Learjet della GFD con il radar Cassidian e un pod ALQ-119 per le contromisure elettroniche. Il bottino è decisamente magro e lo sconforto è grande. Per fortuna ci informano che, per domani, è previsto un rientro (per chi potrà rimanere) per assistere alla wave del 29. Speriamo in un miglioramento del meteo.

Qui potete trovare un breve video (1 minuto preciso preciso) con 5 decolli (1 T 346, 2 Typhoon IT e 2 F 15C USAF). Poco tempo ma tanto, tanto rumore!!!

Desidero ringraziare L’Aeronautica Militare per la possibilità offerta. Ringrazio in particolare tutti gli Ufficiali e i Sottufficiali che pazientemente ci hanno accompagnato e hanno sofferto il vento e il freddo insieme a noi spotters. Grazie, di cuore.

Adesso godetevi le (poche) fotografie: