Guidonia-Montecelio, 31 agosto 2023

Nel 2023 è toccato al 60° Stormo. Nell’anno del Centenario dell’Aeronautica Militare ho deciso di visitare lo Stormo che oggi ha sede in uno dei più gloriosi e storici aeroporti della Penisola: Guidonia.
E così, dopo il 72° Stormo che insegna a pilotare gli elicotteri (i servizi li trovate qui e qui) e il 70° che insegna a pilotare gli aerei ad ala fissa (i servizi sono qui e qui), nel 2023 AviaSpotter.it è andato a vedere come si insegna a volare senza motore, scoprendo che il 60° Stormo, però, non fa solo questo.

 

IL 60° STORMO: ORIGINI LONTANE PER UNO STORMO “GIOVANE”

L’aeroporto di Montecelio è uno dei primi sedimi costruiti dall’Aeronautica Militare, quando ancora non esisteva come arma indipendente. Nel 1916 fu istituita qui una scuola per formare i piloti di cui c’era un disperato bisogno a causa della Iª Guerra Mondiale. Guidonia non esisteva ancora. Il campo volo venne intitolato al Tenente Colonnello Pilota Alfredo Barbieri (M.O.V.M.), caduto in combattimento a Lubiana il 18 febbraio 1916. Terminata la guerra, cessano le necessità, e l’aeroporto viene dismesso. Ma la rinascita è dietro l’angolo. All’inizio degli anni ’20 nasce la Direzione Superiore Studi ed Esperienze (DSSE) e cominciano le attività di sperimentazione. Negli anni che vanno dal 1925 al 1928 vengono costruite le strutture ancora oggi presenti: la pista asfaltata 18/36 (una delle strutture ancora utilizzate) con la testata 18 in forte discesa, per permettere il decollo di aerei da record appesantiti dal carburante è un esempio. Ma a Guidonia erano presenti 6 (!!!) gallerie del vento, di cui 1 verticale per lo studio della vite e una ultrasonica (allora all’avanguardia nel mondo) con velocità dell’aria fino a 2500 km/h, una vasca idrodinamica di 500 mt (ampliabile a 1500 mt) per l’esecuzione di prove sugli idrovolanti, sulle forme di navi e scafi in genere e sui siluri e tante altre strutture per permettere lo studio di tutti gli aspetti connessi con gli aeroplani e il volo in generale. L’aeroporto era allora un luogo speciale, dove si concentravano tutti gli aspetti della ricerca aeronautica: dalla medicina alla sperimentazione aerodinamica e dei motori, fino alla preparazione e collaudo dei velivoli da record.

                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 27 aprile 1928, proprio durante la sperimentazione di un paracadute, perde la vita a Montecelio il Generale Alessandro Guidoni, allora Comandante del Corpo del Genio Aeronautico. A lui fu intitolata la cittadina che era sorta intorno all’aeroporto, abitata allora praticamente interamente dal personale che lì lavorava e dalle loro famiglie. Nacque così Guidonia-Montecelio, nome che giunge immutato ai giorni nostri. Ricordiamo qui alcune imprese fra le più note, che originarono da questo aeroporto:

  • Volo record su circuito chiuso e volo record in linea retta fra Guidonia e Natal (Brasile) del Savoia Marchetti S.64. In entrambi i voli l’aereo era pilotato da Arturo Ferrarin e Carlo Del Prete. Il record in circuito chiuso venne poi migliorato da Fausto Cecconi e Umberto Maddalena su S.64bis;
  • Record mondiale di altezza per aerei con motore a pistoni su velivolo Caproni Ca.161, pilotato da Mario Pezzi, nel 1937. Gli inglesi, dopo qualche settimana, batterono il suo record e lui, a bordo del Ca.161bis (un Ca.161 leggermente modificato) se lo riprese l’anno successivo. Il record è stato battuto solo nel 1995.
  • L’impresa dei Sorci Verdi: 3 velivoli Savoia Marchetti S.79 nel 1938 decollarono da Guidonia per raggiungere Rio de Janeiro, in Brasile, che raggiunsero in 24h e 20’.

La Seconda Guerra Mondiale vede la pesante distruzione di quasi tutte le strutture. Dal 18 ottobre 1943 al 3 giugno 1944 l’aeroporto subisce oltre 35 bombardamenti, mitragliamenti e spezzonamenti con ordigni incendiari. In particolare la notte fra il 23 e 24 ottobre del 1943, quando 70 bombardieri inglesi Vickers Wellington della RAF, partiti da Lecce Galatina sganciano 107 tonnellate di bombe sull’aeroporto e sulla città circostante, provocando 12 morti e 18 feriti. Dopo la guerra l’aeroporto ospita lo Stormo Notturno e lo Stormo Baltimore che confluiranno, rispettivamente, nel 3° e nel 36° Stormo. Dal 1949 al 1963 ospita l’Ispettorato delle Scuole AM e dal 1965 il Comando Generale delle Scuole, trasferito dal 2008 nell’attuale sede del Comando della IIIª Regione Aerea, a Bari.  

 

LA STORIA RECENTE

La storia del volo a vela in seno all’Aeronautica Militare viene fatta risalire ad Adriano Mantelli, pilota da caccia e Asso della Regia Aeronautica durante la Guerra di Spagna. Nel 1951 costituisce sull’aeroporto dell’Urbe (Roma) il Centro Militare di Volo a Vela. Successivamente il Centro viene trasferito a Guidonia. Nel 2013 il Centro Vola a Vela è accorpato al Comando Aeroporto Guidonia assumendo le funzioni di un Gruppo Volo (ma senza averne un numero distintivo del Gruppo) e nel 2015, con la costituzione del 60° Stormo, è posto alle sue dipendenze. Il 2 agosto di quest’anno il Gruppo viene rinominato come 202° Gruppo (vedi qui). Il Gruppo ha alle dipendenze 2 squadriglie: 422ª e 423ª. Infine, notizia di questi ultimi giorni (15 settembre scorso), l’intitolazione dello Stormo ad Arturo Ferrarin, che proprio da Guidonia era partito insieme a Del Prete per alcuni voli record e che a Guidonia trovò la morte il 18 luglio 1941, collaudando un velivolo sperimentale SAI Ambrosini 107.  

 

I COMPITI DEL 60°

I “servizi” del 60° Stormo si rivolgono ad una vasta platea di utenti; vediamo di analizzarli uno per uno.

Gli Accademisti L’addestramento al volo in aliante è entrato nel normale iter dei piloti dell’Aeronautica Militare dal 2005. Dopo aver conseguito il BPA (Brevetto Pilota d’Aeroplano) a Latina e dopo il primo anno di Accademia, i futuri piloti militari arrivano a Guidonia durante l’estate e frequentano un corso di circa 2 settimane dove vengono svolti una ventina di voli che gli consentono di ottenere il brevetto di pilota di volo a vela. L’aliante è stato ritenuto molto formativa a causa della sensibilità e coordinazione necessaria al suo pilotaggio, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo della pedaliera collegata al timone di coda, molto più utilizzata in questo tipo di volo rispetto a quello a motore, soprattutto jet.

Corsi di Cultura Aeronautica Il secondo grande impegno del 60° Stormo è rivolto agli studenti delle scuole medie superiori di tutta Italia, di età compresa fra i 16 e i 20 anni. Ogni anno vengono visitate 4 città (nel 2023 si è trattato di Varese, Forlì, Bergamo e Perugia). Il corso si articola su 2 settimane di corso con una parte teorica sui principi del volo e il funzionamento dell’aeroplano e una parte pratica con un volo di ambientamento sul velivolo ad elica SIAI S-208M. Al termine delle 2 settimane viene stilata una graduatoria, tenendo conto dei punteggi finali dei test teorici e dell’attitudine al volo dimostrata dai ragazzi. I primi 3 classificati di ogni corso vengono ospitati l’estate dell’anno successivo a Guidonia, per una decina di giorni, dove effettueranno attività di volo, culturali e ricreative.

Attività di Volo Minima Quest’attività è rivolta agli ufficiali superiori con grado di Colonnello o Generale, non più assegnati a reparti operativi che, per mantenere il BPM (Brevetto di Pilota Militare), devono svolgere sei ore di volo a cadenza semestrale. A seconda del profilo di appartenenza dell’Ufficiale Pilota, l’attività di volo viene così schematizzata:

  • 1° Profilo: sei ore su jet (MB 339A/CD)
  • 2° Profilo: due ore su jet (MB 339A/CD) + simulatore
  • 3° Profilo: due ore su jet (MB 339A/CD) + attività legata alla linea di provenienza
  • 4° Profilo: sei ore su velivolo convenzionale

Corsi a favore della Scuola Militare “Generale Giulio Douhet” A favore degli studenti del Liceo dell’Aeronautica Militare è svolta un attività propedeutica al volo, simile al Corso di Cultura Aeronautica, che culmina con 4 voli di ambientamento effettuati a Guidonia sull’aliante biposto Grob Twin Astir.

Aerocooperazione All’interno del sedime dell’aeroporto di Guidonia opera la Scuola di Aerocooperazione (SAC). Questo istituto, unica training institution della Difesa accreditata presso la NATO, eroga ai militari delle Forze Armate Italiane, della NATO e dei Paesi amici corsi di Cooperazione Aerea e nel campo del “remote sensing”. In particolare qui vengono addestrati i JTAC/FAC (Joint Terminal Attack Controller/Forward Air Controller), militari particolarmente addestrati ad operare in posizioni avanzate o addirittura dietro le linee nemiche e da lì in grado di dirigere operazioni di velivoli ad ala fissa o rotante in operazioni di CAS (Close Air Support). Le operazioni SAC sono tra le più complicate e importanti nella guerra moderna in quanto dirette a colpire obiettivi che, molto spesso, sono praticamente a contatto diretto con le truppe amiche e che quindi necessitano di assoluta precisione nella direzione del tiro. Il corso JTAC comprende esercitazioni teoriche, simulazioni ed esercitazioni pratiche. Ed è qui che il 60° Stormo entra in campo, portando in volo i corsisti e permettendogli di rendersi conto del diverso punto di vista del pilota rispetto a “chi sta a terra”.

Centro di selezione dell’Aeronautica Militare Last but not least, il primo contatto con l’Aeronautica Militare, per tutti quelli che faranno parte dell’Arma Azzurra, si trova proprio a Guidonia. Il Centro di Selezione, recentissimamente rinnovato e trasformato in un moderno edificio con tutto il necessario per svolgere al meglio il suo delicato compito ha la sua sede all’interno dell’aeroporto.  

 

I VELIVOLI DEL 60° STORMO: S-208M E ALIANTI

Per le sue necessità lo Stormo necessita di almeno 2 tipi di aeroplani. Il velivolo a motore è il SIAI Marchetti S 208M (U-208M secondo la denominazione del Ministero della Difesa). Sviluppato dal SIAI S 205 ma con motorizzazione di maggiore potenza, vola per la prima volta nel maggio del 1967. Quasi la metà dell’intera produzione del ‘208, iniziata nel 1968, è andata all’Aeronautica Militare che ha utilizzato la macchina principalmente come aereo da collegamento, traino alianti e, per un breve periodo, addestramento primario. Le principali differenze rispetto al ‘205, oltre al motore, si trovano nel carrello retrattile, strumentazione modificata, 2 porte di accesso, la possibilità di montare il gancio di traino e l’impossibilità di montare i serbatoi alle estremità alari. Le macchine attualmente in servizio sono state recentemente aggiornate con nuova avionica (nuovo IFF, nuove radio e nuovo ricevitore VOR con relativa strumentazione in cabina di pilotaggio).
Il principale aliante utilizzato per le attività è il Grob G 103 Twin Astir (G-103A). Prodotto e commercializzato dalla fine degli anni ’70 dalla tedesca Grob (leader mondiale nella costruzione di alianti), il Twin Astir è un aliante biposto realizzato in fibra di vetro ad ala media e con impennaggio a T. Il tettuccio trasparente è costituito da 2 pezzi apribili separatamente per accedere ai 2 posti di pilotaggio posti in tandem. Entrambi i posti sono dotati di strumentazione. Il carrello monotraccia, situato sotto la fusoliera, è fisso.  

 

IL SEA

Il Servizio Efficienza Aeromobili si occupa della manutenzione dei velivoli assegnati allo Stormo. Costituito il 1° ottobre del 2007 ha ereditato i compiti del 2° Gruppo Manutenzione Velivoli ed è stato posto alle dipendenze dell’allora Centro Volo a Vela, seguendo poi tutta la storia del 60° Stormo. Al SEA sono assegnati i seguenti compiti: – occuparsi di tutte le attività in linea di volo, seguendo anche gli spostamenti degli aeroplani lungo la penisola per i compiti di istituto. Il personale del SEA è fondamentale, durante i Corsi di Cultura Aeronautica, per l’illustrazione agli studenti degli impianti dei velivoli durante la fase di addestramento a terra. – occuparsi di tutte le attività manutentive sulla flotta di S-208M e alianti, quindi di tutta la manutenzione correttiva e programmata di 1° e 2° livello tecnico. Questo si traduce, per i ’208, nelle ispezioni calendariali alle 25, 50, 75 e 100 ore di volo, mentre sul Twin Astir alle 100 ore di volo o annualmente. Le manutenzioni sono svolte a Guidonia, all’interno del grande hangar posto davanti al piazzale della linea di volo. Riguardano soprattutto avionica, meccanica, motore e struttura dell’aeroplano. Al raggiungimento del Limite di Impiego Calendariale (LIC, 5 anni) o del Limite di Ore di Funzionamento (LOF, 1000 ore) il velivolo viene inviato presso la ditta OMA (Officine Meccaniche Aeronautiche) di Foligno. Per quanto riguarda l’aliante, privo di motore, impianti idraulici/pneumatici e con un avionica molto limitata, la manutenzione si limita al controllo di eventuali danni strutturali alle strutture in fibra di vetro mediante controlli non distruttivi e osservazioni con la lente d’ingrandimento. Per eventuali operazioni che non possano essere svolte a Guidonia, gli alianti vengono inviati a ditte specializzate nel ripristino di strutture in fibra di vetro.

 

 

 

 

 

CRONACA DELLA VISITA: la parola ad Aviaspotter!

L’appuntamento è alle 09:00 all’ingresso dell’aeroporto di Guidonia. Già da qui si intuisce che oltre la soglia c’è tanta storia. La struttura è imponente e l’architettura è, come ci si aspetterebbe, tipica del Ventennio.  

Dopo l’ingresso la prima tappa è presso la sede del 202° Gruppo Volo, recentemente ridenominato. L’Araba Fenice, emblema dello Stormo, accoglie i visitatori. I 3 gabbiani, emblema dei piloti di volo a vela, veleggiano sopra la porta d’ingresso che, a sua volta, è contornata dalla mimetica tipica dei ‘208. La coccarda italiana si trova a sinistra della porta: direi che la simbologia di tutto quello che ci aspetta sia completa.

Il caffè del Gruppo ci voleva proprio per cominciare l’intensa giornata.

 


Vengo subito avvisato che il Comandante ci aspetta e quindi ci rechiamo subito verso la palazzina Comando.
Il Colonnello Pilota Michele Cesario ci accoglie nel suo ufficio. Il Comandante, già pilota di Typhoon, mi racconta i compiti del 60° Stormo e mi fa subito notare una cosa sulla quale, in tanti anni di frequentazione dell’ambiente aeronautico, non mi ero mai soffermato: il 60° Stormo, dopo le Frecce Tricolori, è l’ente dell’Aeronautica Militare che più fa conoscere al grande pubblico la Forza Armata con le ali. Grazie infatti a tutte le attività dello Stormo e principalmente ai Corsi di Cultura Aeronautica, gli aerei e gli alianti di Guidonia sono i primi contatti che i giovani hanno con l’Arma Azzurra, diventando, in questo modo, uno dei principali canali di propaganda dell’AM. La responsabilità è alta e il lavoro tanto: il personale è spesso impegnato in trasferte che comprendono sia la formazione teorica dei ragazzi delle scuole che i voli e quindi il tempo da passare fuori è tanto. Un altro problema è che il personale tecnico deve garantire l’efficienza degli aeroplani lontano dalla Base, e c’è bisogno di un’accurata pianificazione delle ore di volo disponibili per garantire il completo svolgimento dell’attività senza far ruotare le macchine. Il Comandante, durante la chiacchierata, si rivela un vero appassionato di aerei: racconta con grande competenza, dovizia di particolari e ricchezza di aneddoti, la storia dell’aeroporto di Guidonia, ci parla del ‘208 Special Color e ci racconta la sua livrea, il perché di tutti i particolari e della vittoria del Concours d’élégance dell’Air Tattoo di quest’anno, che vuole premiare il velivolo con la livrea più bella, meglio presentata e dal carattere più distintivo. Il tempo a parlare di aeri passa sempre troppo veloce e arriva presto il momento di congedarci, non prima di una fotografia davanti alla Bandiera di Guerra.                      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci rechiamo quindi verso l’hangar del SEA dove incontriamo il Ten. Col. Maurizio C. che ci racconta i particolari tecnici delle macchine in dotazione e i segreti della loro manutenzione. Veniamo così a scoprire che il numero di macchine in dotazione permette che il loro sfruttamento sia piuttosto limitato: non succede mai che il LOF di 1000 ore sia superato prima del LIC di 5 anni. Mentre parliamo approfitto per fotografare il Comandante mentre rulla con uno degli Special Color e mi viene fatto notare che è proprio quello che ha conquistato il premio al Tattoo.          

 

 

 

 

 

 

Il tempo passa sempre molto veloce quando si parla di aerei e arriva il momento in cui dobbiamo lasciare anche il SEA.
La prossima tappa è la linea di volo, presso la testata 18 della pista asfaltata, poco più in basso della parte in discesa costruita ai tempi per la partenza dei voli record di distanza: mi aspettano infatti per assaggiare un volo su uno dei Twin Astir dello Stormo: oggi si vola senza motore!!! Sotto la tettoia accanto alla pista sono radunati i ragazzi vincitori dei corsi di Cultura Aeronautica 2022 che stanno passando il loro periodo premio a Guidonia: l’entusiasmo che traspare da loro è palpabile e l’atmosfera è festosa ma concentrata. Indosso il paracadute e mi porto verso l’aliante: volerò sul 60-02 con il Maggiore Carla A., già pilota di elicottero e ora Istruttore di Volo a Vela.
Mentre aspettiamo il nostro turno parlo un po’ con 2 allievi del corso Drago VI che, dopo aver finito il I° anno di Accademia, sono qui per il brevetto di Volo a Vela. Erano arrivati a Latina il giorno prima del mio servizio sul 70° dell’anno scorso (che potete trovare qui e qui).
Finalmente arriva il momento di salire a bordo: scavalco la parete laterale del posto anteriore del Twin Astir e mi sdraio, letteralmente, sul sedile. Il posto non è tantissimo ma la posizione è comoda. Non c’è bisogno di cuffie o interfono: Carla, che è dietro di me a pochi centimetri, può parlare con un normale tono di voce e la sento senza problemi. I tettucci vengono chiusi e vedo il nostro ‘208 trainatore che si porta proprio davanti a noi.
La fune di traino viene tesa e la corsa di decollo comincia. Il rumore del Lycoming del SIAI è lontano e il fruscio dell’aria sulle ali diventa sempre più forte. Bastano pochi metri e ci alziamo sul nastro d’asfalto, poco più in alto dell’aereo che ci precede, salendo sempre di più.
Il panorama intorno a Guidonia si stende sotto di noi, con le caratteristiche cave di Travertino a punteggiare la sua pianura. Saliamo a 600 piedi al minuto, a circa 65 nodi di velocità, con il nostro trainatore fermo pochi metri davanti, unito a noi con la fune arancione.
Carla mi avvisa dello sgancio che avviene con un forte rumore metallico, immediatamente seguito dalla veloce picchiata verso sinistra del trainatore.
Rimaniamo soli con il sibilo delle ali, sorvolando le colline intorno a Guidonia e incontrando ogni tanto qualche bolla di aria calda che ci sposta verso l’alto. Sorvoliamo l’originario comune di Montecelio, poi unito a quello di Guidonia.
Da qui sopra vediamo molto bene gli originari edifici della DSSE e li fotografo da questa postazione veramente privilegiata. La sensazione che si prova a volare in aliante è senza pari: l’unica cosa che ci separa dal flusso dell’aria è il canopy trasparente che ci avvolge e ci dà una fortissima sensazione di volare veramente liberi. Purtroppo il variometro comincia a puntare la lancetta verso il basso e dalla posizione che abbiamo rispetto alla pista capisco che il volo sta per terminare: muso in basso, viratona a sinistra per allinearci e ritorniamo ad essere dei terricoli, accompagnati dalle vibrazioni del ruotino sull’asfalto.
Un soffia di aria fresca prorompe nell’abitacolo quando apriamo il tettuccio: è arrivata l’ora di scendere da questo uccello con le ali lunghe lunghe. Tolgo il paracadute, lo riconsegno: l’esperienza è finita.
Ci avviamo verso l’uscita e la mia accompagnatrice Av. Ca. Benedetta S. mi avvisa che ci sarà la possibilità, durante la conferenza stampa di presentazione del corso di Cultura Aeronautica che si terrà prossimamente a Valbrembo, di volare pure sul ‘208. Non mi farò pregare.
Le altre foto della giornata le trovate qui sotto.    

Valbrembo, 13 ottobre 2023

Ed eccoci qui, seguendo il filo rosso che ci lega alla vicina esperienza di Guidonia e con gli stessi protagonisti, a vedere da vicino come si svolge un corso di Cultura Aeronautica.
Appena parcheggiata l’auto mi ritrovo in mezzo a decine di ragazzi delle superiori, anche loro qui presenti per la giornata teorica di contatto con l’aeroplano.

La conferenza stampa si è tenuta nei locali dell’aeroclub che ha messo le sue strutture a disposizione dell’Aeronautica Militare per questo importante appuntamento. Al termine foto ricordo dei presenti con i ragazzi delle scuole: proprio un bel gruppo!!!  

Sul piazzale sono presenti 4 ‘208: 2 in livrea Special Color, 1 commemorativo del Centenario della trasvolata Roma-Tokyo con il viso di Arturo Ferrarin sulla deriva e 1 con la tradizionale livrea mimetica NATO.
I ragazzi si accalcano a gruppi attorno agli aerei con gli sportelli e i cofani motore aperti e cominciano a prendere confidenza con le macchine che la settimana prossima li porteranno in volo. Nel frattempo cominciano i voli di familiarizzazione e ne approfitto per fotografare decolli e atterraggi.
Finalmente arriva anche il mio turno: mi sistemo nel sedile posteriore sinistro, dietro il pilota che, per l’occasione, sarà il Tenente Colonnello Simone D.P., Pilota Istruttore del 60° Stormo.
Il volo sarà, chiaramente, molto diverso da quello svolto poco meno di 1 mese e ½ fa a Guidonia: stavolta voliamo con il motore, ma credo che non sarà un’esperienza meno interessante.
L’abitacolo è angusto ma meno di quanto pensassi: in 4 ci si sta belli comodi. Anche il rumore, pur essendo piuttosto forte, è comunque sopportabile e la mancanza di cuffie e tappi nelle orecchie non si fa sentire più di tanto.
I controlli prevolo e la messa in moto non occupano che pochi minuti e in breve tempo ci allineiamo sulla pista dell’aeroporto “Sergio Aldo Capoferri”. Manetta tutta avanti, rilascio dei freni e il ‘208 scatta in avanti. I 260 cavalli del Lycoming ci portano in fretta alla velocità di decollo e cominciamo la salita, non senza aver prima retratto il carrello.
Saliamo nel cielo della campagna bergamasca, ancora insolitamente calda per questa stagione e cominciamo ad assaggiare le prestazioni del piccolo monomotore di casa SIAI.
Simone ci mostra le caratteristiche di agilità del ‘208 con alcune virate accentuate che, senza sconfinare nell’acrobazia, mettono in luce caratteristiche che ci fanno comprendere il motivo per cui quest’aereo, negli anni scorsi, è stato considerato adatto alla formazione basica dei cadetti dell’Accademia, quando i ‘260 dell’AM, a causa di problemi, erano stati messi a terra.
Il termine del volo si avvicina e, come da tradizione aeronautica, l’atterraggio è preceduto dal sorvolo della pista e da un apertura, in questo caso a sinistra, per smaltire la velocità.
In finale flap, carrello giù e dolcissimo tocco delle ruote sull’asfalto. Liberiamo la pista e torniamo al parcheggio rullando sull’erba.
Siamo gli ultimi a spegnere il motore, e, complice il fatto che i ragazzi sono già andati via, il silenzio riprende possesso dell’aeroporto. Per oggi è finita.
Lunedì prossimo i voli si alterneranno a lungo, riempiendo l’aria del rumore dei motori e delle urla festanti di questi giovani che cominciano ad assaporare l’ebrezza del volo, grazie ai Corsi di Cultura Aeronautica.

Le foto di Guidonia

Le foto di Valbrembo

AviaSpotter.it desidera ringraziare: Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare per aver autorizzato il servizio fotografico e l’attività di volo, il Comandante del 60° Stormo Col. Pil. Michele CESARIO, il Ten. Col. Stefano TESTA (Capo Sezione Media Ops), il Magg. Pil. Carla A. (pilota del mio volo sul Twin Astir), il Ten. Col. Pil. Simone D.P. che pilotava il 60-22 del volo a Valbrembo,  l’Ufficiale P.I. Magg. Pil. Stefano D.I., l’Av.Ca. Benedetta S. e il I° Av.Ca. Vanessa A. per l’accoglienza e il costante supporto durante la realizzazione del resoconto.

Testo e Foto di/Text and images by Fabio Tognolo.